Marialaura Specchia
voce, batteria, chitarra
Simone Stefanini
voce, chitarra, batteria
Luca Dalpiaz
basso, voce, batteria
Durante gli ultimi giorni dell' estate 2009, Simone (ex membro di Dust Fuzz,Desing) e Marialaura formano il primo nucleo del progetto. Girano la Toscana in acustico per tutto il 2010, due voci e due chitarre: palchi, bar, mostre, pub, case, prati, strade e chiese sconsacrate sono solo alcune delle location delle loro esibizioni.
Durante questo periodo scrivono le prime canzoni originali, che vanno a comporre il loro demo d' esordio ''Just a Demo'' 2010, ben recensito da RockIt.
Alla fine dell' estate 2010 realizzano il loro primo video DIY: ''When I end and you start'', che grazie al passaparola macina 5000 visualizzazioni su YouTube.
Il brano del loro secondo video DIY, ''15 years'' viene scelto da Birra Peroni per la colonna sonora dello spot della campagna web ''Peroni: Per Noi''.
Alla fine del 2010 si aggiunge Luca (membro di Maraiton, Medea, Mugatu) al basso e i Verily So diventano una Band.
Con questa formazione compongono e registrano i brani del loro primo album, ''Verily So'', supportati da Inconsapevole Records.
Il sound evolve: elementi folk acustici lasciano il passo ad atmosfere shoegaze e richiami wave, ma la vena intimista e nostalgica delle prime composizioni rimane intatta.
L'album ha un grande successo tra le webzine e le riviste di settore, che lo adottano e lo recensiscono positivamente. Alcuni pezzi finiscono in compilation (Shiver,Penguins love to rock) e diventa disco della settimana su Rockit.
Intanto registrano la cover di “Idioteque” dei Radiohead per il download gratuito sul loro Bandcamp.
Arrivano le prime date (aprono per i Pinback nel loro primo tour europeo) e le prime collaborazioni.
Alla fine del 2011 l'album "Verily So" viene inserito in molte classifiche di fine anno, come miglior album, miglior esordio e migliore copertina. Durante questo periodo registrano uno split di 4 pezzi con i Girless and the Orphan allo Stop Studio di Rimini, "Everyday is a D-day", in uscita a febbraio 2012.
Il 23 gennaio 2012 esce, in esclusiva per Rockit, il primo video ufficiale, "Summer 89", diretto da Simone Addis e montato da Antonio Canestri.
Una band che suona musica melodica sgangherata col cuore.
Nient’altro da aggiungere.
"A sentirli non sembrano per niente italiani: fanno folk, con le distorsioni che tagliano e gli sguardi lunghi all'orizzonte. Una scoperta, delle migliori."
(Rockit)
"Appuntatevi bene in testa questo nome, Verily So, incollatevi al cuore questo disco senza nome e fate di questo talento di bellezza il vostro talismano musicale, la vostra personale pista di lancio per decolli mentali su altitudini e batuffoli ventosi. Il trio di Cecina (Livorno) non conosce l’economia delle emozioni, e tantomeno noi quando lo stato d’animo di chi li ascolta è sorpreso dalla portata talentuosa che esso trasporta con le sue canzoni, le sue malinconiche storie dietro quel filo folk che gattona sotto sotto come una discreta ansia d’amore tradita per una diradante nebbiolina wave."
(Shiver)
"Lasciare spazio alle note, soavi, delicate, ricercate, che ispirano immaginazione e libertà di pensiero e movimento. I loro album d’esordio è quello di un gruppo già maturo, pronto per calcare palchi importanti e per affrontare la ribalta internazionale con la sicurezza di chi sa quello che fa. Che poi è suonare, nel migliore modo possibile. Disegnando in soli 33 minuti arcobaleni folk di incommensurabile bellezza e drammatica epicità."
(Music Zoom)
"Dal momento in cui ho accennato un ascolto del loro primo lavoro, c’è stata solo una parola in grado di descrivere il modo in cui mi son sentito: “spiazzato”. Non me l’aspettavo, lo so che sono confessioni da non farsi, ma è così. Perché va bene essere bravi, ma il talento all’improvviso è sempre qualcosa che non puoi aspettarti e poi, diciamocelo, mi sono innamorato appena ho sentito Wax mask. Tengo a precisare che mi sono innamorato sia della canzone, in assoluto nella mia personalissima top five delle canzoni scoperte quest’anno!, sia della voce di Marialaura la cui profondità è da brividi."
(Sound Magazine)
"Sognatori pratici e trascinanti nel loro incedere leggero e piacevole, con qualche traccia dei Low e dei Pixies più facilotti senza rumorismi ma sopratutto con tanto indie tout court a confezionare un album cantato in inglese e di tutto rispetto per gli amanti delle sonorità in questione."
(Years of Dust)
"Sano rock indipendente. E quindi via alle atmosfere shoegaze, con espliciti richiami alla new wave (vedi The Jesus And Mary Chain, Echo And The Bunnymen), agli ambienti folk dal sapore nostalgico e ai tamburelli intimisti che suggeriscono il "si stava meglio quando si stava peggio". Lingua inglese di rigore, usata bene." (Loudvision)
"All'interno di questo lavoro vi è la miglior tradizione alt-folk, condita da richiami wave e distorsioni che trasportano verso atmosfere shoegaze. Dieci brani che attraversano la sfera emozionale intasandola di sensazioni e umori che si abbattono contro di noi penetrando a fondo e lasciandoci senza difese. Ogni brano è una perfetta didascalia sonora a quei pensieri che nascono, quando chiusi in noi stessi, cerchiamo attimi di riflessione e relax che sempre meno ci vengono concessi da una vita frenetica e intenta alla ripetizione di certe routine."
(Stordisco)
"Lo sguardo che si perde nella polvere alzata dai piccoli tornado di vento che scompigliano la tranquillità di quelle tipiche ghost town americane, dove vecchie case di legno dormono abbandonate nascondendo chissà quali storie e vite passate, l’udito è sordo ed incapace di cogliere rumori. I livornesi di Cecina, Verily So con le canzoni del loro debutto saprebbero infrangere quel silenzio creando un connubio musica-luogo perfetto… Le canzoni dei Verily So hanno un forte carattere internazionale e nell’apparente semplicità nascondono armonie vocali stupefacenti, perfettamente calate in un alt-folk acustico (15 years) a cui piace immergersi nelle atmosfere dark wave (When i End and you start, Summer 89), senza mai perdere di vista la melodia e la vena intimista e nostalgica che ne fanno uno dei dischi italiani più interessanti ed avvolgenti che ho ascoltato in questa prima metà dell’anno. “In verità è così”!"
(Impatto Sonoro)
"Perfetto album da ascoltare in una stupenda giornata d'estate per lasciarsi trasportare all'interno di mondi rilassanti e allo stesso tempo riflessivi."
(Ondalternativa)
"Questo disco ed il suo suono, un suono che ti lascia in bocca un retrogusto conosciuto, dolce come potrebbe essere il presente e un po' amaro come quasi sempre sono i ricordi."
(Dance Like Shaquille O'Neal)
“Non è una presentazione semplice quella per i Verily So. Nella mail di presentazione ci scrivono che sono un giovane trio toscano che fa musica folk-elettrica. Ma l’accostamento inusuale e singolare di queste due parole non basta per descriverli, questo lo sanno bene anche loro. Magari vorrebbero dirci «sentite, non sappiamo darci un’etichetta, ma quel che facciamo lo facciamo bene». E se non ce lo dicono loro, carico sulle mie spalle la responsabilità di queste parole, perché sì, i Verily So son davvero di più di un’etichetta. Loro la scavalcano e la dominano con le emozioni che riescono a trasmettere. Il tutto aggiungendo un pizzico di autonomia e consapevolezza, che insomma, non guasta mai.”
(Let Love Grow)
Il trio toscano debutta splendidamente con un album che si inserisce a testa alta nella non foltissima pila dei CD “best of 2011 made in Italy” per quel che riguarda gli ascolti del sottoscritto.”
(Nerds Attack)
“Un pathos crescente che avvolge nel suo torpore lasciando difficilmente privi di sussulti, rende ragione alla nostra nazione con un'opera della quale andar fieri. Un album che oltre a sfidare apertamente il provincialismo, è dotato di una forte vena nostalgica da godere in solitudine.”
(Sentire Ascoltare)
“E’ necessario ascoltarli, e ascoltarli solo; i Verily ti ipnotizzano, ti imbavagliano e ti accompagnano sul palco, e quando ti scopri ad occhi chiusi con la testa ed il piede a seguire l'eco dei colpi con i quali la cantante Marialaura stupra e scandisce sul timpano l'incedere dei brani, è troppo tardi per pretendere di tornare indietro.
Perché sono tre, sono soltanto tre, ma da quei tre proviene un'imponente struttura acustica perfettamente cesellata, che non manca di cedere, in maniera consapevole, a sfumature più ruvide e meno eteree.”
(Ondarock)
“Una suadente e “sporca” grazia folk: contagiosa ed affascinante. Questa è la “verità” che emerge chiaramente dal debutto omonimo dei Verily So... Una band da seguire con attenzione. Come i Verily So, anche noi non stiamo esagerando.”
(Mucchio Selvaggio)